domenica 17 novembre 2019

OLTRE IL PAESAGGIO

Da bambina, le poche volte che mi capitava di osservare un pittore al lavoro, riprodurre coi pennelli le forme e i colori dei pascoli, dei sassi, dei larici, dei profili delle montagne, rimanevo letteralmente estasiata. Poi visitando moltissime mostre importanti ho avuto occasione di vedere quadri di paesaggio meravigliosi, Una volta, davanti a una veduta di Pissarro (della maturità) mi sono letteralmente messa a piangere. Un fascino irresistibile. Le mie prime esperienze en plen air mi hanno lasciato un segno fortissimo: stare lì ed "entrare" nell'anima di quel paesaggio, scegliere una inquadratura e poi col colore farsi una cosa unica con quello che ti sta davanti, perdendoti.
Il paesaggio continua ad affascinarmi e a richiamarmi con le sue linee, i colori, le atmosfere. Oggi per me dipingere un paesaggio è un momento di rilassata tranquillità.
Ad un certo punto, tuttavia, ho avvertito l'esigenza di trattare gli ambienti esterni, soprattutto i paesaggi naturali o poco urbanizzati, cogliendo più del significato complessivo, il suggerimento di linee più potenti di altre, la sfocatura di piani e l'esaltazione di altri e, in definitiva ho sentito prepotente la voglia di andare in direzione di una TRASFIGURAZIONE del reale più che della sua rappresentazione. non importa tanto riconoscere un soggetto, ma godere della forma, della composizione che genera.
Un quadro che ha segnato questa fase è questo. Per me è importante.
DOPO LA PIOGGIA olio su tela 70x70

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